Yukio Mishima (14 gennaio 1925 – 25 novembre 1970) era uno scrittore e drammaturgo giapponese di fama mondiale. Al suo innegabile talento letterario seppe unire un “vivere inimitabile” fatto di anticorformismo, culto del corpo e spirito guerriero, oltre che sconfinato amore per la Patria.
38 anni fa compì il suicidio rituale (seppuku) dopo aver occupato (con quattro membri dell’Associazione degli Scudi, il suo gruppo paramilitare) simbolicamente il Ministero della Difesa. Fu uno spettacolare ed estremo gesto di ribellione davanti ad un paese schiavo dell’America e svuotato di ogni Tradizione, senza più alcuna dignità (qualcosa che anche noi conosciamo bene...).
38 anni fa compì il suicidio rituale (seppuku) dopo aver occupato (con quattro membri dell’Associazione degli Scudi, il suo gruppo paramilitare) simbolicamente il Ministero della Difesa. Fu uno spettacolare ed estremo gesto di ribellione davanti ad un paese schiavo dell’America e svuotato di ogni Tradizione, senza più alcuna dignità (qualcosa che anche noi conosciamo bene...).
Qualche mese prima di morire scrisse parole profetiche, sia riguardo al suo destino che a quello della sua nazione:
«Aver vissuto tranquillamente in questi venticinque anni di democrazia, traendone vantaggi nonostante la mia disapprovazione, ferisce da lungo tempo il mio animo (...) il Giappone è destinato a scomparire. Al suo posto rimarrà, in un lembo dell’Asia estremo-orientale, un grande paese produttore, inorganico, vuoto, neutrale e neutro, prospero e cauto. Con quanti ritengono che ciò sia tollerabile, io non intendo parlare»
«Aver vissuto tranquillamente in questi venticinque anni di democrazia, traendone vantaggi nonostante la mia disapprovazione, ferisce da lungo tempo il mio animo (...) il Giappone è destinato a scomparire. Al suo posto rimarrà, in un lembo dell’Asia estremo-orientale, un grande paese produttore, inorganico, vuoto, neutrale e neutro, prospero e cauto. Con quanti ritengono che ciò sia tollerabile, io non intendo parlare»
Ecco le ultime parole del Samurai, che ancora risuonano nell’edificio militare dove si tolse la vita:
«(...) insorgeremo insieme ed insieme moriremo per l’onore. Ma prima di morire ridoneremo al Giappone il suo autentico volto.
Avete tanto cara la vita da sacrificarle l’esistenza dello spirito? Che sorta di esercito è mai questo, che non concepisce valore più nobile della vita? Noi ora testimonieremo a tutti voi l’esistenza di un valore più alto del rispetto per la vita. Questo valore non è la libertà, non è la democrazia. È il Giappone. Il paese della nostra amata storia, delle nostre Tradizioni: il Giappone.
Non c’è nessuno tra di voi disposto a morire per scagliarsi contro la Costituzione che ha disossato la nostra Patria? Se esiste, che sorga e muoia con noi! Abbiamo intrapreso questa azione nell’ardente speranza che voi tutti, a cui è stato donato un animo purissimo, possiate tornare ad essere veri uomini, veri guerrieri»
La morte è l’ultima delle sue opere, l’estremo tentativo di unire arte e vita.
Una vita che Mishima aveva saputo Tendere come un Arco.
«(...) insorgeremo insieme ed insieme moriremo per l’onore. Ma prima di morire ridoneremo al Giappone il suo autentico volto.
Avete tanto cara la vita da sacrificarle l’esistenza dello spirito? Che sorta di esercito è mai questo, che non concepisce valore più nobile della vita? Noi ora testimonieremo a tutti voi l’esistenza di un valore più alto del rispetto per la vita. Questo valore non è la libertà, non è la democrazia. È il Giappone. Il paese della nostra amata storia, delle nostre Tradizioni: il Giappone.
Non c’è nessuno tra di voi disposto a morire per scagliarsi contro la Costituzione che ha disossato la nostra Patria? Se esiste, che sorga e muoia con noi! Abbiamo intrapreso questa azione nell’ardente speranza che voi tutti, a cui è stato donato un animo purissimo, possiate tornare ad essere veri uomini, veri guerrieri»
La morte è l’ultima delle sue opere, l’estremo tentativo di unire arte e vita.
Una vita che Mishima aveva saputo Tendere come un Arco.
"Questo valore non è la libertà, non è la democrazia. È il Giappone". oggi al solo pronunciarla una frase del genere passi per fesso, pensa a sacrificarci la vita...
RispondiEliminatutti elogiano le dottrine democratiche come se fossero il valore supremo, la giustizia fatta regime e quasi nessuno si accorge di come queste dottrine, che non sono altro che la legittimazione dell'uomo materiale e fine a se stesso stiano uccidendo la vera essenza dell'uomo, la sua volontà.
invece che essere "tutti uguali, tutti liberi (per finta), tutti buoni...TUTTI DEBOLI", magari si potesse "tornare ad essere veri uomini, veri guerrieri".