In un’era come quella odierna, in cui il capitalismo sfrenato manovra la vita della gente come il burattinaio che tiene i fili delle proprie marionette, in Italia esiste un’associazione che questi fili è riuscita, almeno in parte, a tagliare da circa vent’anni.
Nasceva, infatti, nel 1988 in Emilia-Romagna (oggi presente anche a Roma, in Lombardia e nel Triveneto) la “Banca del Tempo”: associazione apartitica, senza scopo di lucro, basata sullo scambio del tempo a disposizione di ogni socio facente parte del sistema organizzativo.
All’interno della “Banca del Tempo”, pur essendoci organi gerarchici come il Tesoriere, l’Assemblea, il Consiglio Direttivo ecc., non esistono distinzioni sociali di alcun tipo perché come “moneta” viene usato il tempo che è costante e immutabile per ogni persona.
All’interno della “Banca del Tempo”, pur essendoci organi gerarchici come il Tesoriere, l’Assemblea, il Consiglio Direttivo ecc., non esistono distinzioni sociali di alcun tipo perché come “moneta” viene usato il tempo che è costante e immutabile per ogni persona.
Chi fa parte di questa Banca del Tempo, sia esso un imbianchino, un insegnante, una casalinga, un addestratore di animali, un medico, un avvocato o qualsiasi altra persona, mette a disposizione il proprio tempo, poniamo di un’ora, che gli verrà restituita dal servizio di un altro socio per la durata di un’ora.
Facendo un esempio, l’insegnante di pianoforte fa una lezione di due ore ad un ragazzo di 16 anni, questo ragazzo per due ore insegna ad un avvocato come usare il pc e l’avvocato aiuta, sempre per due ore, l’insegnante di pianoforte per una denuncia a suo carico.
Ovviamente il tempo può essere non solo accreditato ma anche addebitato: qualora infatti avessi bisogno di 3 ore di servizio e fossi in credito solo di 2, potrei comunque usufruire dell’ora e restituirla in seguito.
Provate ad immaginare questo tipo di sistema non solo fra tre persone, come nel mio esempio, ma fra migliaia o milioni. Non pensate che sia una bella alternativa al capitalismo odierno?
Tutto questo non solo permette di adoperare in modo positivo il proprio tempo e di essere utili a qualcuno, ma soprattutto di abbattere le classi sociali, di considerare (come succedeva 70 anni fa) anche i lavori più umili come dignitosi, importanti ed indispensabili.
Per mostrare come funziona il meccanismo dello scambio del tempo nello specifico, è utile leggere il breve regolamento dell’associazione:
1. Scopo della Banca del Tempo è lo scambio paritario e non lucrativo di servizi o beni tra i soci. L’organizzazione delle attività dell’associazione è affidata a un Consiglio direttivo eletto dai soci.
2. Per aderire alla Banca del Tempo occorre:
• essere maggiorenni
• compilare la richiesta di adesione
• tenere un colloquio informativo
• sottoscrivere il regolamento
• pagare la quota d’iscrizione Auser consistente in lire 15.000 per anno solare (oggi circa 8 euro), a copertura di un’assicurazione sugli infortuni che potrebbero verificarsi durante la fornitura dei servizi
• versare ogni anno alla Banca del Tempo un assegno di 3 ore, che andranno a costituire un Fondo Ore.
3. Il Fondo Ore rappresenta un “Capitale Sociale” che potrà essere utilizzato per:
• coprire le ore impiegate da coloro che contribuiscono al funzionamento della Banca del tempo
• coprire ore di soci che non siano in grado di fornire servizi.
4. L’unità di misura dello scambio è esclusivamente il tempo, conteggiato in ore e mezze ore, a prescindere dal valore economico del servizio erogato o ricevuto. Si esclude quindi qualsiasi scambio di denaro tra gli utenti, tranne i rimborsi per i materiali eventualmente utilizzati.
5. Non vi è garanzia sulla qualità dei servizi (o beni) scambiati solo per il fatto che avvengano all’interno della Banca del Tempo. Quest’ultima pubblica un elenco dei servizi disponibili, ma non può essere ritenuta responsabile per essi. Il socio rinuncia espressamente a rivalersi nei confronti della Banca del Tempo per eventuali danni subiti in relazione agli scambi effettuati.
6. I rapporti di debito e di credito di ogni singolo socio sono contratti unicamente con la Banca del Tempo e non nei confronti dei singoli aderenti.
7. Il tempo impiegato negli spostamenti effettuati per erogare un servizio può essere eventualmente computato nello scambio, previo accordo tra i partecipanti.
8. I familiari dei soci, pur non essendo coperti da assicurazione, possono offrire e ricevere servizi, che verranno accreditati o addebitati agli stessi soci.
9. I rapporti di dare e avere di ogni singolo aderente saranno registrati mediante appositi assegni. La Banca del Tempo redigerà periodicamente gli estratti conto e fornirà l’elenco aggiornato dei servizi e degli iscritti. Quest’ultimo elenco, ai sensi della legge nazionale 675/96 (relativa alla privacy), non potrà essere mostrato né prestato ad estranei.
10. Chi alla fine dell’anno ha delle ore di credito in eccedenza può farne dono alla Banca del Tempo per gli scopi indicati al punto 3. A chi avesse contratto una quantità notevole di debiti, il Consiglio direttivo, dopo aver valutato i singoli casi, può offrire la possibilità di riequilibrare i conti.
11. Chi decidesse di non rinnovare l’iscrizione alla Banca del Tempo è tenuto a restituire il libretto degli assegni e l’elenco dei soci, ed è pregato di bilanciare i propri conti.
12. La Banca del Tempo richiede agli aderenti una disponibilità ad incontrarsi in date stabilite dai soci per garantire un efficace sistema di scambio e per offrire la possibilità di conoscersi.
13. Il presente Regolamento potrà essere modificato dall’Assemblea dei soci, con le stesse modalità con le quali è regolata la modifica dello statuto.
Non è difficile capire che, per come è organizzata fino ad ora questa associazione, non può proporsi certo come sistema economico indipendente e sovvertire i meccanicismi capitalisti presenti oggi, ma comunque è un buon punto di partenza, o per lo meno un modo per dare meno valore al puro denaro e un po’ di più alle capacità ed alle possibilità di ogni persona.
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