martedì 25 novembre 2008

Dove il teschio canta/ Torneranno i fanti, torneranno le bandiere...


Canto LXXIII
Cavalcanti
Corrispondenza Repubblicana


E poi dormii
E svegliandomi nell’aere perso
Vidi e sentii,
E quel ch’io vidi mi pareva andar a cavallo,
E sentii:
«A me non fa gioia
Che la mia stirpe muoia
infangata della vergogna
Governata dalla carogna
e spergiurata.
Roosevelt, Churchill ed Eden*
bastardi ed ebreucci
Lurchi e bugiardi tutti
e il popolo spremuto in tutto
ed idiota!
Morto che fui a Sarzana*
aspetto la diana
della riscossa.
Sono quel Guido* che amasti
pel mio spirito altiero
E la chiarezza del mio intendimento.
De la Ciprigna sfera*
Conobbi il fulgore
già cavalcante
(mai postiglione)
Per le vie del Borgo
detto altramente
La città dolente
(Firenze)
sempre divisa,
Gente stizzosa e leggiera
che razza di schiavi!
Passai per Arimino*
ed incontrai uno spirito gagliardo
che cantava come incantata
di gioia!
Era una contadinella
Un po’ tozza ma bella
ch’aveva a braccio due tedeschi
E cantava,
cantava amore
senz’aver bisogno
d’andar in cielo.
Aveva condotto i canadesi
su un campo di mine
Dove era il Tempio
della bella Ixotta*.
Camminavano in quattro o in cinque
ed io ero ghiotto
d’amore ancora
malgrado i miei anni.
Così sono le ragazze
nella Romagna.
Venivan’ canadesi
a ‘spugnar’ i tedeschi,
A rovinar’ quel che rimaneva
della città di Rimini;
Domandarono la strada
per la Via Emilia
a una ragazza,
una ragazza stuprata
Po’ prima da lor canaglia.
–Be’! Be’! soldati!
Questa è la strada.
Andiamo, andiamo
a Via Emilia!–
Con loro proseguiva.
Il suo fratello aveva scavato
I buchi per le mine,
là verso il mare.
Verso il mare la ragazza,
un po’ tozza ma bella,
Condusse la truppa.
Che brava pupa! che brava pupetta!
Lei dava un vezzo
per puro amore,
che eroina!
Sfidava la morte,
Conquistò la sorte
peregrina.
Tozza un po’ ma non troppo
raggiunse lo scopo.
Che splendore!
All’inferno ‘l nemico,
furon venti morti,
Morta la ragazza
fra quella canaglia,
Salvi i prigionieri.
Gagliardo lo spirito
della pupetta
Cantava, cantava
incantata di gioia,
Or’ ora per la strada
che va verso ‘l mare.
Gloria della patria!
Gloria! gloria
Morir per la patria
nella Romagna!
Morti non morti son’,
Io tornato son’
dal terzo cielo*
per veder la Romagna,
Per veder’ le montagne
nella riscossa,
Che bell’inverno!
Nel settentrion rinasce la patria,
Ma che ragazza!
che ragazze,
che ragazzi,
portan’ il nero!»

Ezra Pound





* Anthony Eden (1897 – 1977), ministro britannico della Guerra e degli Affari Esteri durante la Seconda Guerra Mondiale, acerrimo nemico di Germania e Italia; per questo si scontrò, in precedenza, con Chamberlain, il quale si era distinto per un atteggiamento più mite e moderato nei confronti delle forze dell’Asse.
* Sarzana, comune in provincia della Spezia, teatro di aspri scontri tra le truppe italo-tedesche e gli “sbandati”, ma anche e soprattutto luogo di esilio del poeta Cavalcanti, dal quale tornò malato a Firenze ove morì pochi giorni dopo.
* Guido Cavalcanti (1255 ca. – 1300), celebre poeta fiorentino, tra i più grandi esponenti del dolce stil novo e amico di Dante.
* Secondo la struttura del Paradiso dantesco, il Terzo Cielo è il Cielo di Venere (Ciprigna è epiteto della dea), caratterizzato dall'amore, e dove infatti risiedono le anime di coloro che amarono; tuttavia fu Pound a inserirvi Cavalcanti, giacché egli, nei giorni in cui è ambientata la Divina Commedia, non era ancora morto.
* Antico nome di Rimini (in latino Ariminum).
* Tempio Malatestiano a Rimini, ove è sepolta Isotta, moglie di Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, che commissionò il tempio stesso, al quale lavorarono grandi artisti dell’epoca quali Leon Battista Alberti, Matteo de’ Pasti, Agostino di Duccio e Piero della Francesca.
* Vedi nota precedente.

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4 commenti:

  1. Alcova Matte ha detto:

    Virtù contro a furore
    Prenderà l'arme, e fia el combatter corto;
    Ché l'antico valore
    Nell'italici cor non è ancor morto...
    A Noi!

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  2. "La Poesia è una sorta di matematica ispirata, che ci dà le equazioni non per figure astratte, ma equazioni per le emozioni umane".

    Ezra Pound

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  3. Questa poesia è splendida. Dovrebbe essere studiata in tutte le scuole!
    La Repubblica Sociale Italiana fu il grande sogno ideale del '900 divenuto realtà; fu e rappresentò il coronamento del più puro Ideale Fascista, congiunto con il più puro ideale di Italianità. Fu e rappresentò, nonostante una terribile guerra in corso e il suolo patrio invaso dal nemico, una fucina di modernità, di innovazione e di creatività, un baluardo di conquiste sociali.
    La Repubblica Sociale Italiana rappresentò il riscatto di un Popolo che seppe rialzarsi in piedi e dire No al tradimento e alla viltà.
    La Repubblica Sociale Italiana, a difesa della quale sono caduti combattendo centinaia di migliaia di giovani, ha tracciato nel solco della storia quella indelebile via che ogni giorno tutti noi percorriamo.
    Essa è il faro che ancora oggi illumina tutte le nostre battaglie politiche.
    Onore alla Repubblica Sociale Italiana e ai suoi caduti!

    Nicola Bizzi
    (Nuova Destra Sociale)

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  4. Ogni volta che la leggo mi commuovo... forse perché fu scritta proprio da Pound, un americano (incredibile dictu!), a testimonianza del fatto che il Fascismo seppe superare barriere e rigidi schemi, coinvolgendo personalità di diversa origine e cultura. Difficilmente sentiremo un americano dare la parola ad un grande poeta italiano (Cavalcanti), simbolo dell'uomo che ama ardentemente, ricordandoci che il nostro popolo fu grande, grandissimo, ma rammentandoci al tempo stesso che quell'amore che infuocò l'animo dei nostri padri deve continuare ad ardere nei nostri spiriti... "torneranno i fanti, torneranno le bandiere"...

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