Risorgimento italiano. Una pagina fondamentale della nostra storia, che ancora oggi presenta molti lati oscuri non mancando di suscitare polemiche e dibattiti. C’è chi difende l’operato dei Savoia e chi, al contrario, ne contesta aspramente la legittimità, difendendo a spada tratta il Sud martoriato.
Se pur è vero che al meridione i piemontesi si macchiarono di crimini e atrocità (basti pensare alla legge Pica, che permetteva di giustiziare un “brigante” sulla base del semplice sospetto), comportandosi spesso come veri e propri colonialisti, la chiave di lettura più saggia deve rintracciare le spinte ideali che infiammarono quel periodo per trarne gli spunti ancor oggi attuali.

Al di là delle diverse reazioni (e dei diversi progetti) che ogni regione italiana ebbe di fronte all’unificazione, sono questi esempi il cuore pulsante di un’avanguardia nella quale possiamo rintracciare tutte le caratteristiche di una Nazione degna di questo nome. Purtroppo fu sostanzialmente tradita dalle circostanze avverse, e dovrà aspettare il primo conflitto mondiale per trovare completa realizzazione.
Infatti la Prima Guerra Mondiale viene vissuta come Quarta Guerra d’Indipendenza da tutti quei combattenti, intellettuali ed artisti che riprendono il “filo rosso” del processo rivoluzionario interrotto 60 anni prima. Vittorio Veneto è il simbolo del riscatto del popolo italiano. Il Risorgimento viene portato a termine dal figlio di questi eventi, il Fascismo, che ne raccoglie l’essenza più pura e si afferma prepotentemente “sanando” tutte le ferite ancora aperte della Nazione. Viene ridata dignità al Sud, nel nobile tentativo di “fare gli italiani”, senza distinzioni di classe ed ipocrisie. Viene riaffermata la leggittima vocazione mediterranea, che affonda le sue radici nel pensiero garibaldino e che fu ignominiosamente soffocata dall’Inghilterra. Proprio questo aspetto sarà uno dei fattori scatenanti il secondo conflitto mondiale.

È questo il prezzo che il Regime paga per non aver saputo eliminare fino in fondo l’“antinazione”, i potentati internazionalisti massonici e clericali. Come già Garibaldi e Mazzini, il Fascismo scende a compromessi allevandosi delle “serpi in seno” che gli saranno esiziali.
Dalla fine della guerra ad oggi è proprio al trionfo di suddette forze che abbiamo assistito, anche se si cominciano ad avvertire i primi scricchiolii (la crisi economica ne è l’aspetto più evidente).
Nasce proprio dall’esigenza di affrontare nuove sfide e nuove crisi (che come abbiamo più volte ricordato significa “pericolo” e “opportunità” al tempo stesso) il bisogno di capire la storia al di là delle letture a senso unico. La cui matrice è spesso la “teologia illuminista” che Francesco Mancinelli ha mirabilmente descritto: «continuatrice sottile ed incosciente di quel monoteismo biblico che avrebbe voluto azzerare».
Il Risorgimento non dev’essere più questione di tifoserie inferocite, ma terreno di feconda Sintesi, sull’esempio dell’esperienza mussoliniana. Risulta così pi

Sgombrato il campo dagli equivoci, possiamo ora approcciarci più serenamente alle vicende di quegli anni lontani, i cui strascichi polemici non mancheranno di animare nuovi dibattiti. Il tutto senza perdere la centralità del valore unitario della nostra Patria, ricordandosi che «non esistono questioni meridionali o settentrionali, ma questioni nazionali».
Voler giustificare a forza un qualcosa che non esiste è come arrampicarsi sui vetri. Il "risorgimento" lo fu del Piemonte che si è rifatto rapinando le ricchezze del Sud. L'Italia - come nazione - non è mai esistita: sono diverse le origini dei popoli. L'unica cosa certa è che il Sud rimane sempre una colonia delle cosche piemontesi-lombarde-liguri. La mia Patria è e sarà sempre il Regno delle Due Sicilie
RispondiEliminaEd è per questa ragione, caro Antonio, che molti Italiani del nord, i cui padri e nonni hanno combattuto per strappare i lembi di terra che ora chiamiamo Italia al dominio Asburgico vi disprezzano come uomini e vi ritengono cittadini nord africani.
RispondiEliminaa Matteo dico che sul Carso non c'erano "Italiani del nord" ma Italiani e basta.
RispondiEliminaa Pagano, che reca il cognome di un grandissimo precursore del Risorgimento, non dico nulla. cause perse.
saluti dal grande Sud.