
Una disincantata analisi che ci aiuta a comprendere l’anomalia tutta italiana di un sistema democratico che nasce dal suo aspetto degenerativo: la partitocrazia. Essa si insedia nelle istituzioni sin dal 1944, quando si era cancellata brutalmente ogni traccia del passato, ma non ve n’era ancora alcuna del futuro.
I partiti “nati” dalla resistenza provvedono subito a spartirsi cariche e compensi, e a creare apparati burocratici clientelari ed invadenti. Aggravante imperdonabile: più che dal reale consenso popolare furono spinti al potere da atti terroristici (si pensi a Via Rasella), da falsificazioni e propaganda (ad esempio, delle semplici scaramuccie furono fatte passare come le eroiche “quattro giornate” di Napoli) ed ordini di potenze straniere (dai diktat staliniani ai dollari americani).
I partiti “nati” dalla resistenza provvedono subito a spartirsi cariche e compensi, e a creare apparati burocratici clientelari ed invadenti. Aggravante imperdonabile: più che dal reale consenso popolare furono spinti al potere da atti terroristici (si pensi a Via Rasella), da falsificazioni e propaganda (ad esempio, delle semplici scaramuccie furono fatte passare come le eroiche “quattro giornate” di Napoli) ed ordini di potenze straniere (dai diktat staliniani ai dollari americani).
Fattore decisivo fu il non voler riconoscere (da parte dei “padri costituenti”) a detti partiti veste giuridica, né di diritto privato né pubblico: permettendogli così di esercitare il loro arbitrio senza controlli e responsabilità. Da un Regime che cercava di immettere «tutto nello Stato» si passò all’esatto contrario. Un subdolo stato “illegale” (quello appunto dei partiti) deteneva i reali poteri decisonali finanziandosi per di più illecitamente (e nulla cambiò la successiva istituzione del finanziamento pubblico).

La politica italiana fu quindi diretta per 50 anni da un “comitato d’affari” che, per il modo in cui era nato e le idee (?) da cui era guidato, non riuscì mai a fare i veri interessi della Nazione (se si eccettuano sparuti episodi).

Compiuto tale scempio ed eliminato il massimo capro espiatorio Bettino Craxi (perché lui sì e il PCI, parimenti colpevole a livello locale e coperto di rubli, no?), tutto è tornato nella paludosa “normalità democratica”.
Le elezioni sono diventate (se possibile) ancor più momento di “scelta apparente” e la vita del popolo ha continuato ad essere guidata da potenze, interessi e dinamiche ad esso estranei. Il “comitato d’affari” partitico si è rinnovato per trovarsi peggiore di prima: vista l’inesistenza di un’entità statale organica e superiore (o almeno di un’istituzione quale è tradizionalmente la Monarchia in Inghilterra), esso ha continuato ad agire secondo la sua natura: portando avanti interessi di casta a danno della collettività, il cui intimo significato gli è sconosciuto.
Le elezioni sono diventate (se possibile) ancor più momento di “scelta apparente” e la vita del popolo ha continuato ad essere guidata da potenze, interessi e dinamiche ad esso estranei. Il “comitato d’affari” partitico si è rinnovato per trovarsi peggiore di prima: vista l’inesistenza di un’entità statale organica e superiore (o almeno di un’istituzione quale è tradizionalmente la Monarchia in Inghilterra), esso ha continuato ad agire secondo la sua natura: portando avanti interessi di casta a danno della collettività, il cui intimo significato gli è sconosciuto.

Per non avere problemi, i “camerieri dei banchieri” hanno accentuato il servilismo verso i poteri forti (Pound resta ancora il miglior “filtro” per capire l’economia), senza farsi mancare stretti rapporti con la criminalità organizzata (che ha introiti da capogiro, e spesso e volentieri decide le elezioni al Sud).
Ma il “sovrano” e “libero” popolo italiano non ha trovato di meglio che combattere e pontificare (60 anni dopo molti hanno ancora la bava alla bocca) contro chi aveva cercato e spesso trovato la soluzione al problema economico (IRI, Corporazione, Socializzazione delle imprese), messo fuori legge la massoneria, debellato le mafie, acquisito indipendenza sul piano internazionale e modernizzato il paese (gli edifici fascisti all’Aquila sono rimasti in piedi, non serve aggiungere altro).
Risultato: ci troviamo con la possibilità, grazie ad una magica X sulla scheda, di poter cambiare e migliorare il paese... sciegliendo tra candidati corrotti, manovrati e complici della rovina in cui ci troviamo. Non sono pochi quelli che, pur sapendolo, votano lo stesso “turandosi il naso” o per mero interesse. Democrazia?
Lorenzo caboara ha scritto già agli inizi del 1900 un libro dal titolo "partitocrazia cancrena dello stato". Il pericolo era già stato prospettato tanto tempo fa. Ciao a tutti
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