mercoledì 24 novembre 2010

«Astrazioni Concettuali»: il nuovo futurismo di Corrado Delfini


Autore: Corrado Delfini.

Luogo: Galleria Arte & Valore, Via Labicana 48, Roma.

Data & Orari: 19-28 novembre 2010, ore 17.00-20.30.

Manager: Matteo Pietrobelli (matteo.1@hotmail.it).

(Corrado Delfini)

Il 19 novembre è stata inaugurata la mostra Astrazioni Concettuali dell’artista romano Corrado Delfini, al cui vernissage ho presenziato di persona.

Recensione: L’opera di Corrado Delfini è fortemente materica. La tela è scelta e tagliata appositamente, per poi essere preparata con un procedimento quasi alchemico (pasta più fondo acrilico), alle pennellate ad olio, fino ad arrivare agli ultimi ritocchi, fatti col gesso. Strada facendo, non è raro che frammenti di giornali, o degli stessi stracci usati per pulire i pennelli, trovino il loro posto sulla tela. Il risultato è una pittura quasi tridimensionale, in cui il tatto subentra alla vista come secondo senso d’approccio.

Lo stile a cui egli si attiene è una scelta felice: una sintesi tra l’astrattismo (si sprecano le citazioni a Kandinskij), e il futurismo – italiano così come  russo. Le avanguardie di un secolo fa, ciò che tre generazioni d’uomo fa erano il futuro, ora diventano fonte di nuova ispirazione, e matrice per nuove avanguardie. Delfini non fa antiquariato, beninteso, e il suo astrattofuturismo diviene qualcosa di nuovo e immediato. Gli omaggi al passato non mancano affatto – da Roma a Majakovskij, al 1919 – ma è un passato reso presente (e quindi proiettato verso il futuro). E così Manifestazione non autorizzata rievoca l’impegno politico e l’allegria squadristica di CasaPound, cui il nostro artista è vicino, con gli stessi termini, in cui Marinetti celebrava la vis polemica del primo fascismo.

(C. DELFINI, Roma)

Le opere pittoriche di Corrado Delfini non sono però (né vogliono essere) interpretabili in maniera univoca o immediata, come allegorie o trasfigurazioni, quasi fossero dei rebus che, una volta risolti, perdono d’importanza. L’approccio a queste opere può essere sciolto da un’intuizione subitanea e fulminea, oppure richiede una meditazione, una contemplazione che faccia scaturire la scintilla della comprensione, che possa rivelare un dettaglio di più. E tuttavia, ci si rende subito conto che non può essere compresa e risolta una volta per tutte e per tutti, ma che ciascuno deve confrontarsi con l’opera vis-à-vis, senza pretendere d’averla vista definitivamente. E anche per questo motivo, conviene affrettarsi, finché l’esposizione sarà aperta.

Andrea Virga 



 


Condividi

Nessun commento:

Posta un commento