lunedì 12 gennaio 2009

Friedrich Nietzsche: un profilo


Friedrich Wilhelm Nietzsche nacque a Röcken, villaggio della Sassonia, il 15 ottobre 1844; il padre, pastore luterano, morì lasciandolo orfano a quattro anni; il giovane Nietzsche studiò al prestigioso ginnasio di Pforta, studiò filologia classica – abbandonando la teologia a cui lo voleva destinare la madre (figlia anch’essa d’un pastore luterano) – a Bonn e a Lipsia, fino a conseguire la cattedra di Filologia Greca a Basilea nel 1869; assolse al servizio militare nel 1868 e servì la Patria come infermiere nella guerra Franco-Prussiana. Nel 1879 lasciò l’insegnamento e visse in Nord Italia, spostandosi prevalentemente tra la Costa Azzurra, il Tigullio e l’Engadina. Patì diverse crisi nervose e in generale una cattiva salute. Non si riprese più dall’accesso di follia che lo colse a Torino nei primi giorni del 1889, e passò gli ultimi anni in stato semi-vegetativo, finché non morì il 25 agosto 1900.

Nietzsche, come d’altronde è consueto per le persone dotate d’intelletto e di genio, crebbe un’infanzia e un’adolescenza prevalentemente solitarie, temperate da amicizie tanto rare quanto solide, sviluppando così tendenze coltivate e rinforzate da un percorso di studi elitario e rigoroso, al punto che tutte le testimonianze confermano il ritratto di un Nietzsche nettamente distaccato ed elevato rispetto alla folla, dotato di un’autocoscienza aristocratica e di una profonda nobiltà d’animo, ma anche di uno spiccato gusto e di un profondo sentimento per la Kultur. La sua giovinezza si svolse subito dopo i moti del ‘48, i quali segnano la fine della Restaurazione e l’inizio di un periodo nuovo dominato dalla borghesia e dal positivismo. Nietzsche, senza farsi illudere da “magnifiche sorti progressive” denuncia il carattere decadente di quest’epoca. La sua condanna non coinvolge solo il cristianesimo e il conservatorismo, ma anche le nuove ideologie – borghesi e anti-borghesi – che, pur pretendendo di superare le vecchie posizioni, si riducono in realtà ad aggiornarle ai tempi, mantenendone farisaicamente i caratteri fondamentali. Il suo pensiero e la sua opera si possono dividere in tre fasi successive, che riecheggiano nel primo discorso dello Zarathustra come le tre metamorfosi dello spirito, i tre passaggi attraverso i quali l’uomo si fa superuomo (Übermensch).

Nel primo periodo, Nietzsche studiò e ammirò la civiltà degli antichi Elleni, specialmente nel loro periodo preclassico, traendone lo spunto per la teorizzazione di una concezione tragica e artistica della vita, attribuita alla tragedia greca, nata dal contrasto tra apollineo e dionisiaco, come scrive nella sua prima opera (La nascita della tragedia, 1872), nutrita d’influssi schopenhaueriani e wagneriani. E proprio Schopenhauer (1788 – 1860) e Wagner (1813 – 1883) sono i suoi modelli di riferimento in questo periodo, a cui risalgono anche le Considerazioni Inattuali. Dalla filosofia nietzscheana traspaiono dunque l’apprezzamento per la Kultur tragica greca, e una comunione di pensiero con lo spirito aristocratico di Teognide ed Eraclito.

Il secondo periodo si apre nel 1878, con la frattura dell’amicizia tra Wagner e Nietzsche: il secondo replica al misticismo cristiano del Parsifal con Umano, troppo umano, staccandosi dall’estetismo tragico e intraprendendo una fase d’intensa critica e distruzione di ogni valore. Nietzsche scrive e pubblica altri libri di aforismi: Aurora – un inno alla passione della conoscenza e alla liberazione da ogni morale, e La gaia scienza, che si pone come un seguito dei libri precedenti e, insieme, un preannunzio dell’ultima fase: in esso vi è annunziata la “morte di Dio” e vi è anticipata l’idea dell’eterno ritorno.

Il terzo periodo si apre nel 1883-84 con Così parlò Zarathustra, che costituisce il preambolo e contiene in nuce la filosofia dell’ultimo Nietzsche, ruotante attorno tre capisaldi: il superuomo, la volontà di potenza e l’eterno ritorno. Singoli libri come Genealogia della morale, Al di là del bene e del male, L’anticristo, Ecce Homo approfondiscono singoli temi filosofici, ma per avere una veduta unitaria di quest’ultima fase, quella in cui Nietzsche esprime in maniera costruttiva il suo pensiero più maturo ed autentico, non si può che consigliare la sua opera più ‘maledetta’: l’antologia postuma La volontà di potenza, realizzata dalla sorella e dal discepolo Peter Gast come tentativo estremo di mostrare in un insieme coerente il pensiero nietzscheano, lasciando parlare semplicemente i suoi frammenti di filosofia forgiata col martello.

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6 commenti:

  1. Come al solito davvero ben fatto!
    Nietzsche è sempre stato una figura affascinante...Giorgio Locchi individuò nel suo pensiero potenti spinte ideali che furono alla base del Fascismo!
    Chi è Locchi? Lo scopriremo presto ;)...

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  2. P.S. libro consigliato: "Nietzsche e la mitologia egualitaria" di Adriano Romualdi...x chi ha le palle!:)

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  3. Grande Andrea, come sempre!
    Sintetico, puntuale, incisivo.

    A Carlè...lo sai che le palle mi sono sempre mancate.......questo è stato proprio un colpo basso... :D

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  4. se te mancano a te pensa ar nobis! :D

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  5. Aggiungo alla bibliografia d'Area:
    Nietzsche filosofo e politico, L'innocenza del divenire, Stile e destino (Alfred Baeumler), Nietzsche illuminista o illuminato? (Francesco Ingravalle), tutti editi dalle Edizioni Ar.

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  6. parlatene male purché ne parliate! che non c'ho le palle è risaputo, sei arrivato tardi carlé! cmq il libro di romualdi lo faccio volentieri...capirai quando si parla di Nietzsche ed egualitarismo(che sicuramente non sarà trattato con simpatia) vado in "brodo di giuggiole" (questa sta i livelli di "de riffa e de raffa" eh!?). grazie al grandissimo Andrea!!

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