Accogliamo e pubblichiamo con estremo piacere il contributo di una nostra giovane lettrice, ragazza ventitreenne che ci ha scritto un interessante articolo che spicca per spontaneità. Viene toccato un tema scottante: l’essere madre al giorno d’oggi, con tutte le difficoltà che il mondo attuale presenta. Da qui parte un rapido e provocatorio confronto col passato, che vuole sottolineare quanto l’egoismo ed edonismo imperanti rendano difficile un’esigenza che dovrebbe essere primaria in ogni popolo che si rispetti: il perpetuarsi.
Spesso mi capita di sentire qualcuno che si lamenta che non ci sono più le mamme, le mogli di una volta. Spesso mi sento dire di essere cresciuta in un’epoca, in una generazione di ragazze viziate ed incapaci. Incapaci di portare avanti la casa e occuparsi di tutto ciò che ne fa parte, compresa la famiglia, o meglio la “vecchia” prole.
Si generalizza troppo facilmente?! forse sì. Non voglio ergermi a perfetta casalinga e non posso nemmeno parlarne al futuro. Comunque non è questo il punto, non sono io, ma quello che mi fa riflettere quando sento certe frasi fatte.
Negli anni passati la figura della Donna era ben diversa da oggi. Non era, per usare un termine moderno, emancipata.
Oggi la madre, moglie perfetta, è colei che lavora, è indipendente, è al pari dei diritti con l’uomo e si occupa in contemporanea della famiglia: un sogno per quelle donne che negli anni passati non immaginavano nemmeno una vita così. Donne degli anni ‘20: Donne fasciste.
Nell’epoca fascista la donna fu un punto-forza per la politica propagandistica di Mussolini, il quale capì che doveva partire dal potenziale delle donne per poter costruire il suo progetto di Nazione, la sua idea di Italiani. Egli capì che servivano «madri nuove, per figli nuovi».
La sua idea era di creare e lasciare un’Italia fascista sana, nei principi e nelle idee. Un’Italia di Italiani...
Per questo istituì nel dicembre 1925 l’ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia), il quale organo si proponeva di dare assistenza ostetrica e pediatrica alle madri, cercava di limitare il fenomeno illegale dell’aborto, favorendo al contrario le donne prolifiche con premi in denaro e riconoscenze direttamente da parte del Duce.
Altre competenze di questa importante società erano: la creazione di nuovi istituti di varia natura su tutto il livello nazionale, regionale, provinciale e comunale per dare una più completa capacità di intervento sul piano assistenziale; corsi di formazione sull’igiene prenatale e postnatale nei consultori; assistenza ai bambini di qualsiasi età provenienti da famiglie bisognose; informazione sulla prevenzione della tubercolosi; controllo e denuncia verso il lavoro minorile; protezione ed assistenza ai minori abbandonati, o delinquenti.
Tutto questo veniva sovvenzionato dallo Stato e dalle donazioni dei soci ma anche da fondi prelevati dalle banche (!).
Le madri venivano poi istruite sull’economia domestica, l’educazione fisica e su tutte le arti riguardanti la cura della casa, dei campi e dell’educazione. L’importante era valorizzare tutte le virtù domestiche, per poter diventare un “angelo del focolare”, un massaia rurale.
Proprio per questo venivano favorite le piccole attività come l’allevamento di galline e conigli, o del baco da seta. Queste “industrie” facevano modo così che le donne fossero un po’ più indipendenti economicamente, che si rafforzasse la teoria dell’autarchia del Paese, ed anche che ci fossero canali comunicativi tra la campagna ed i centri minori della città, dove le massaie portavano i loro prodotti con listini-prezzi un po’ più competitivi.
Altro passo del Regime per l’aumento della natalità fu quello di distribuire assegni familiari per le madri e prestiti per matrimoni e nascite: tutto questo ebbe sfogo nell’istituzione della giornata della Madre, il 24 dicembre. Data apposita per poter dare forte risalto al valore simbolico religioso dell’essere madre, paragonato al sacrifico della vergine. Essere madre sotto il Regime era un sacrifico per la patria e per il suo futuro, nella cornice di un profondo senso di Nazione e di appartenenza a questa a Mussolini molto caro.
«Se un uomo non sente la gioia e l’orgoglio di essere “continuato” come individuo, come famiglia e come popolo (...) niente possono le leggi (...). Bisogna che le leggi siano un pungolo al costume. Ecco che il mio discorso va direttamente ai fascisti e alle famiglie fasciste. (...) il coefficiente di natalità non è soltanto l’indice della progrediente potenza della Patria, ma è anche quello che distinguerà, dagli altri popoli europei, il popolo fascista, in quanto indicherà la sua vitalità e la sua volontà di tramandare questa vitalità nei secoli. (...) Ora una nazione non esiste solo come storia o come terriorio, ma come masse umane che si riproducono. Caso contrario è la servitù o la fine»: ciò scrisse lo stesso Mussolini nella lucida prefazione al libro di Riccardo Korher Regresso delle nascite. Morte dei popoli.
Relegate nel loro ambiente domestico, le donne fasciste avevano una pur minima possibiltà in ambito lavorativo: il 10% di assunzioni femminili negli uffici pubblici e privati nel 1938.
Spazio limititassimo, e purtoppo disoccupazione elevata. Solo una piccola apertuta verso le donne, che comunque dovevano avere sempre un ruolo di massaia della casa. Non dimentichiamoci che siamo negli anni ‘30.
Da qui parte un confronto, moderno, cosciente e sincero.
Abbiamo toccato solo dei piccolissimi punti tra le donne ed il Regime, ma credo che la riflessione sia libera e vada un po’ da sé...
Oggi siamo davvero emancipate?! Oggi siamo donne sicure, tutelate dallo Stato?!
Ci sono alcune organizzazioni di destra come CasaPound che propongono temi scottanti come il tempo di essere madri... e perché, che esigenza è questa?!
Oggi sembrano tutte sicure di stare meglio rispetto a 60 anni fa, quando si era costrette a stare in casa e non si era libere... mentre oggi si è “costrette” a non avere figli prima dei 30 anni almeno, perché non c’è nessuno che ti fa contratti decenti che tutelino la madre, o peggio non te li fanno proprio...
Il futuro libero ed emancipato che l’Italia ci propone è quello di non avere figli, perché impedimenti alla carriera oppure peso da “mantenere ” con meno di 1000 euro al mese quando va bene...
Figli da lasciare negli asili nido che costano più di uno stipendio, figli da far crescere da baby sitter-strozzine... figli da far crescere davanti la tv, davanti ai “surreality” che succhiano il loro tempo libero, le loro idee...
Figli intontiti da pubblicità illusorie, figli conigli, irresponsabili, omertosi, bulli, drogati, alcolizzati... bello no?! è l’emancipazione...
Madri a metà tra ufficio e asilo, che non sanno dove andare, cosa fare... madri nervose perché non ce la fanno con gli orari, con i soldi... madri che non riescono a conciliare tutto, madri ignare di quello che capita in casa loro... madri emancipate... ma da chi?! o da cosa?!
Possibile che sono davvero così incapaci queste donne moderne?!
Come mai siamo tutte così prese dal lavoro però poi critichiamo o invidiamo chi riesce a far tutto? Come mai noto sempre più famiglie che cercano case con giardino per coltivare l’orticello?!
Come mai la gente compra macchine per fare il pane in casa?!
Come mai la vacanza preferita è divenuta in agriturismo, in campagna, tra la natura?!
Come mai tutte queste leggi (!) a tutela della donna e dei suoi diritti, e poi mi ritrovo che a casa nemmeno due stipendi bastano più?!
Perché vedo che alcune rinunciano al lavoro per star dietro a figli e non lasciarli indietro?!
Perché oggi ne vedo altre che vengono accusate di non saper cucinare, rammendare o cucire, e quindi incapaci di portare avanti un’ipotetica famiglia in futuro?
Io mi chiedo, ma qual è l’esempio che ci vogliono proporre?! Non sarà mica quello che tanto ci si è adoperati negli anni addietro di formare con corsi mirati appositamente... non sarà mica che la mia famiglia è “figlia” di quelle generazioni di Donne perfette casalinghe!!!
Non sarà che forse certi corsi servirebbero veramente alle ragazzine viziate, annoiate e corrotte dalla tv?! Non saranno mica soluzioni per far crescere quelle ragazze che ogni madre sogna per suo figlio?
Ma del resto, siamo andate avanti, no?!
Del resto il bonus di 1000 euro che il governo ha varato per incremetare le nascite è una genialata o una costrizione?! perché oggi sì, e ieri no?!
Perché oggi il tasso di natalità è basso e non va bene, e quando è alto nemmeno... ci preoccupiamo se le comunità straniere fanno più figli di noi ma non del problema serio che essere una madre oggi è un atto di coraggio, una sfida allo Stato.
C’è sempre il rovescio della medaglia.
Se negli anni ‘30 c’era la speranza di un futuro migliore per la donna, di un cambiamento, oggi cosa c’è?!
Io credo che siamo ritornate dove eravamo, con tutti i dovuti casi ed esempi diversi....
Ma alle femministe non rode un po’?! Per che cosa hanno combattuto all’epoca quando c’era ancora la voglia di cambiare le cose?!
Se questi sono i risultati la strada è ancora lunga...
ma davvero è meglio oggi?!
Belissimo! saluto romano da Argentina!
RispondiEliminadue nazione un Popolo!